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Prorogata fino al 20 agosto la mostra Fluctus

Di Stefano Ianni a cura di Alessandra Angelucci allestita Sala Cascella dell’Aurum di Pescara

PESCARA - È stata prorogata fino al 20 agosto la mostra “Fluctus” dell’artista Stefano Ianni, inaugurata lo scorso 17 luglio, nelle sale “Cascella” dell’Aurum di Pescara e che ha già registrato un successo. La mostra, curata dal critico d’arte Alessandra Angelucci, presenta al pubblico la nuova ricerca dell’artista, docente di pittura all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila: opere che pongono al centro “nature morte” e “ricordi in pelliccia”, in cui il mondo marino si fa protagonista. Le sale luminose dell’Aurum si offrono come habitat nuovo ma ideale, permettendo alle opere di fluttuare - leggere - nel pulviscolo atmosferico, come plancton nell’acqua. Nel catalogo che correda la mostra, scrive il critico Angelucci: «“Fluctus”, come anticamente i latini chiamavano l’onda del mare tutelata dal dio Nettuno: quel ricamo infinito fatto di correnti e flutti, di spinte sotterranee temute dall’uomo, a cui l’uomo stesso però ha sempre guardato per affidare alla carta o alla tela una parola vergine, una paura sospesa, l’assedio di una nostalgia. Un soliloquio bianco e neutro, come nelle opere del ciclo “Prede”, in cui Stefano Ianni dipinge facendo vivere su pelliccia sintetica il movimento implacabile dello scenario naturale a cui egli guarda con occhio indagatore. Il mondo marino così come si cristallizza nei suoi ricordi e fra gli spazi diafani cuciti addosso ai dialoghi intercorsi coi pescatori». Le composizioni di pesci nascono prevalentemente su fondo bianco, brillano sui supporti che invitano l’osservatore ad un’esperienza tattile, mentre in altre opere è il colore nero a prevalere, dando luce ai soggetti su preziosi tessuti damascati. Nasce così un gioco dicotomico che prende vita fra il bianco e il nero, come sottolinea la curatrice: «Instancabile nella ricerca sin da quando era bambino, Ianni rimane affascinato anche dall’uso di tessuti diversi e da una cromia più cupa e misteriosa - antitetica al bianco - che trova nel colore nero la massima espressione. La serie delle nature morte si delinea, in questo caso, su raffinati tessuti damascati, in cui gli animali marini spiccano su trame nere e brillanti, creando un gioco dicotomico fra il tratto bianco e il supporto corvino, anch’esso sigillato da nylon trasparente». Una mostra, quella di Stefano Ianni, che svela al pubblico la sua ultima produzione, ma che evoca anche le tracce dei cicli precedenti: “Perimetra” e “Materiali del sogno” che vanno dal 1993 al 2009. Al mondo marino - che si impone all’occhio dell’osservatore - si affiancano infine i “Notturni” che l’artista realizza sempre su supporti di pelliccia sintetica, ma in cui tutto spinge alla riflessione: i bagliori, le luci in lontananza. Ogni ricordo viene trattenuto, sigillato, al fine di trattenerlo per sempre e non lasciarlo morire.


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