PESCARA - L’Abruzzo si candida a diventare un modello nazionale nella lotta alle infezioni ospedaliere e ai batteri multiresistenti, una delle emergenze sanitarie più gravi a livello mondiale. Negli ultimi mesi la Regione ha compiuto un passo decisivo verso la creazione di una rete strutturata per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), coordinata dal Gruppo Operativo Epidemiologico (GOE), modello sviluppato già dodici anni fa a Pescara e ora finalmente adottato a livello regionale.
L’APPUNTAMENTO Queste iniziative saranno presentate nel Convegno “Microbiology & Infections Pescara 2025”, organizzato da Strategie Provider, patrocinato dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), che si tiene dal 6 all’8 novembre presso l’hotel Villa Maria a Francavilla al Mare (CH). Tre giornate dedicate alle infezioni provocate dai microrganismi patogeni con la partecipazione di specialisti di diverse branche.
Responsabili scientifici sono Giustino Parruti, direttore UOC di Malattie Infettive della Asl di Pescara e Presidente SIMIT della sezione Abruzzo-Molise; Paolo Fazii, Consigliere nazionale AMCLI e responsabile UOC microbiologia clinica a valenza regionale della Asl di Pescara; Prof. Jacopo Vecchiet, Direttore Clinica malattie infettive, Chieti; Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT e membro del Consiglio Superiore di Sanità.
IL MODELLO ABRUZZESE DI LOTTA ALLE ICA E AI BATTERI MDR La strategia abruzzese si sviluppa lungo quattro direttrici: formazione degli operatori sanitari; tecnologia; raccolta dati; attività sul territorio. Alla base, una regia che integra i concetti di infection control e antimicrobial stewardship.
“Il nostro progetto prevede l’attribuzione a ogni Asl abruzzese di un proprio direttore sanitario dedicato e un team di infermieri epidemiologi – spiega Giustino Parruti – Questo consente di passare dalla teoria all’azione: monitorare, prevenire e contenere tempestivamente le infezioni, garantendo ai pazienti cure sempre più sicure. Un elemento che colloca l’Abruzzo ai primi posti in Italia riguarda la formazione del personale sanitario: oltre il 70% dei 6.900 medici e infermieri delle quattro province ha partecipato nel 2024–2025 a sessioni formative, in presenza e online, sul corretto uso degli antibiotici e sulle strategie di prevenzione delle infezioni ospedaliere. Il percorso proseguirà anche nel 2026 con un gruppo di oltre 500 operatori “formatori” provenienti da discipline diverse, impegnati nel diffondere buone pratiche in tutti i reparti ospedalieri. In parallelo, grazie alla collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, che è centro di riferimento dell’OMS per l’area Europa centrale sull’antimicrobico-resistenza, è partito un progetto regionale di raccolta e analisi genetica dei ceppi batterici resistenti provenienti dagli ospedali abruzzesi – evidenzia Giustino Parruti – Il progetto include la creazione di una “ceppoteca” regionale e l’avvio di campionamenti ambientali nelle aree ospedaliere più a rischio, come Rianimazioni, Ematologie e Geriatrie. L’obiettivo è identificare precocemente le nuove forme di resistenza e capire come i batteri si trasmettono negli ambienti di cura, così da migliorare le misure di contenimento e prevenzione. Ma l’esperienza abruzzese non si ferma all’organizzazione e alla sorveglianza: nelle unità operative di Malattie Infettive e Microbiologia clinica della Asl di Pescara e delle altre province si stanno sperimentando nuovi antibiotici “long acting”, che permettono terapie più brevi, con meno tossicità e meno giorni di ricovero. Un’evoluzione che riduce l’impatto sulla vita dei pazienti e delle famiglie, semplificando al tempo stesso la gestione clinica per gli ospedali”.
“La risposta dell’Abruzzo passa da un modello che unisce prevenzione, formazione, tecnologia e collaborazione interistituzionale, in linea con le più recenti strategie europee sulla sicurezza delle cure – commenta Paolo Fazii - La sfida dei superbatteri parte dai laboratori, ma passa necessariamente per reti solide, competenze diffuse e sistemi di controllo condivisi. L’esperienza che stiamo sviluppando in Abruzzo può diventare un punto di riferimento nazionale”.
LE INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA, GRAVE PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA Le Infezioni Correlate all’Assistenza costituiscono un grave problema di sanità pubblica come si evince da alcuni dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: in Europa provocano ogni anno 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza e 37mila decessi direttamente attribuibili, oltre a 110mila decessi per i quali l’infezione rappresenta una concausa; i costi diretti vengono stimati in approssimativamente in 7 miliardi di euro. Tra le cause più comuni, vi sono l’uso eccessivo degli antibiotici, la presenza di germi multiresistenti nell’ospedale, la mancanza di procedure corrette nella limitazione della trasmissione delle infezioni come il lavaggio delle mani o la sanificazione degli ambienti. Inoltre, oggi ci sono sempre più pazienti fragili, che spesso arrivano in ospedale già colonizzati da germi multiresistenti: questo impone che tutti i pazienti siano monitorizzati dal loro ingresso in ospedale, secondo una prassi che a Pescara è già realtà.
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