PESCARA - Sono almeno quattro le femmine di orso marsicano che si sono riprodotte quest'anno nel Parco Nazionale
d'Abruzzo Lazio e Molise ed undici i cuccioli contati.
Il monitoraggio intensivo è stato svolto dal personale del Parco, che, a partire da aprile, ha
lavorato, con diverse tecniche e in collaborazione con altre Istituzioni e volontari, per acquisire informazioni
importanti sulla produttività della popolazione di orso bruno marsicano.
Il risultato è molto positivo, in virtù del fatto che questo è il terzo anno consecutivo che si osservano da 10-12 nuovi nati nella popolazione. “L’importanza delle femmine riproduttive emerge con chiarezza anche da un recente studio - dichiara il
Presidente del Parco, Antonio Carrara - pubblicato Da Ciucci e Gervasi sulle proiezioni numeriche di questa
popolazione. E’ realistico ipotizzare che l’orso marsicano potrà uscire dal rischio reale di estinzione se si
riuscirà ad incrementare, anche di poco, la sopravvivenza delle femmine adulte. Su questo il Parco deve
assicurare il massimo impegno.”
Da oltre un decennio, il Parco porta avanti questa attività secondo uno specifico protocollo messo a punto
dall'Università di Roma. Il monitoraggio viene attuato combinando sessioni di osservazioni in simultanea e
mirate, alle quali si aggiungono le osservazioni casuali, che vengono verificate, e i dati raccolti attraverso
l'uso di foto trappole.
In 41 occasioni, sono state osservate femmine con cuccioli. Attraverso l'uso di specifici criteri spaziotemporali per eliminare i doppi conteggi, è stato possibile distinguere 4 unità familiari, distribuite in tutta
l'area del Parco, così composte: 3 femmine con tre cuccioli e 1 femmina con due cuccioli.
Nei precedenti anni di monitoraggio, i valori massimi di produttività sono stati osservati in seguito ad
annate di eccezionale produzione di frutti di faggio, detti di pasciona (2008, 2012, 2014), così come avviene
in altre popolazioni di orso. I dati del 2018, così come quelli del 2016 e 2017, mostrano valori elevati e del
tutto confrontabili (5-6 unità familiari e 10-11 cuccioli) pur non essendo successivi agli anni di pasciona.
Questo ci permette di dire che l'area del Parco offre buoni livelli di produttività alimentare anche al di
fuori dei periodi di pasciona e che, nonostante la bassa consistenza numerica degli orsi, nella popolazione
è presente una riserva importante di femmine adulte.
Segnali positivi che però non ci devono far abbassare la guardia.
Da una analisi dei dati degli ultimi 10 anni, emerge che Il tasso riproduttivo delle femmine è tra i più bassi
osservati nell'orso bruno: mediamente una femmina fa nascere 0.2 cuccioli ogni anno. Questo perché le
femmine non si riproducono ogni anno, ma ogni 3 -4 e non più del 50% dei nati sopravvive al primo anno.
Nonostante la popolazione di orso marsicano sia numericamente ridotta, la sua densità (3-4 orsi ogni 100
kmq) è una tra le maggiori osservate per l’orso bruno. In queste condizioni è lecito aspettarsi che
subentrino dei meccanismi naturali di regolazione numerica della popolazione che agiscono sulla capacità
riproduttiva delle femmine o su una minore sopravvivenza
dei cuccioli.
Nonostante i risultati delle conte siano incoraggianti, il numero delle femmine con i piccoli è comunque
molto basso: da 1 a 6 unità all’anno. Questo dipende dal fatto che le femmine adulte sono poche
e che si riproducono ogni 3 -4 anni.
Il futuro dell’orso sta in buona parte nella sopravvivenza delle femmine adulte e in misura minore nella
sopravvivenza dei cuccioli: in caso di mortalità di una femmina adulta sono necessari più di 12 anni affinché
un cucciolo femmina possa prendere il suo posto nella popolazione.
Tra il 2007 e il 2018 sono morte 15 femmine, di cui 10 in età riproduttiva. La mortalità delle femmine
adulte, anche accidentale, come quella avvenuta nel 2018 ai danni di una femmina con due cuccioli in una
cisterna dell’acqua, di cui uno femmina, e la persistenza di altri fattori di rischio e/o disturbo dentro e fuori
parco evidenziano ancora una volta la necessità di azzerare i casi di mortalità causati direttamente o
indirettamente dall’uomo.
F.N.Ferzetti
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