PESCARA - Terzo appuntamento della rassegna Matta in Scena 2020 con la sezione Teatro a cura di Annamaria Talone, l’8 Febbraio alle ore 21 con lo spettacolo “ACAPULCO” prodotto da Artisti a Progetto di e con Mele Ferrarini e Mila Vanzini
La rassegna giunta alla 5° edizione, vuole diffondere attraverso il teatro, la danza, le arti visive e la musica una nuova sensibilità per lo spettatore, facendo passare il messaggio che lo spettacolo dal vivo e le arti contemporanee possono essere un’esperienza coinvolgente accessibile a tutti.
“Visione e illusione” è il tema all’edizione 2020, nella percezione del reale, dove inizia e finisce la nostra capacità percettiva, e dove inizia la realtà in sé? Questo discorso ci riguarda, riguarda il nostro modo di stare al mondo e le nostre possibilità di agire costruttivamente sul mondo.
Progetto speciale giovani talenti l'8 Febbraio ore 21.
ACAPULCO di e con Mele Ferrarini e Mila Vanzini,
costumi Palma Panzarella,
scena Giuseppe Audino,
Produzione Artisti a progetto.
Uno spettacolo dalla scrittura lieve e ironica che affronta il tema della senilità, del coraggio e dell'insopprimibile voglia di vivere.
Nilla Longobardi è una donna anziana. I membri della sua famiglia decidono che è giunto il momento per lei di trasferirsi in una casa di riposo. Da quando è ospite dell’istituto, non riceve molte visite: i suoi due figli non hanno molta voglia di andare a trovarla, ma uno dei due, si reca da lei periodicamente per cercare di farsi firmare la cessione della casa. Nilla non vuole assolutamente vendere la sua casa, è disposta a fingere di avere un ictus pur di essere lasciata in pace. Nilla incontra diverse persone che vivono nell’istituto, le si presentano come se fossero caricature di una realtà che ogni tanto inizia a vacillare, eppure Nilla è ancora lucida: vive, ama, desidera e vuole fare il viaggio dei suoi sogni, prima che sia troppo tardi: Acapulco.
Note di regia: La maturazione di questo spettacolo è avvenuta lentamente, nel corso di due anni, attraverso varie tappe di lavoro. L’unica costante è stata la volontà di fare uno spettacolo popolare, “per” lo spettatore. Abbiamo cominciato con un progetto che era un omaggio alle nostre nonne, come custodi di una memoria al tempo stesso familiare e storica, in una messinscena che ricordava lo spettacolino che facevamo per i parenti, nelle estati della nostra infanzia. Successivamente abbiamo aperto il nostro orizzonte di indagine, lasciando depositare la scrittura autobiografica come fondamenta, per interrogarci sulla senilità in generale.
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