L'AQUILA – «Lavoriamo insieme a una normativa nazionale sulla ricostruzione dopo le grandi
emergenze, affinché non ci si trovi più a dover ripartire sempre dall’inizio e con regole sempre diverse. Una
normativa nella quale il patrimonio immobiliare storico-artistico sia adeguatamente considerato, per il suo
valore culturale e la sua rilevanza economico-sociale per il Paese».
Il Presidente Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Giacomo di Thiene, in occasione
dell’anniversario del terremoto che il 6 aprile di undici anni fa sconvolse tragicamente il territorio aquilano, rilancia
alle Istituzioni l’appello a mettere a sistema buone pratiche, errori e complicazioni riscontrate nelle gestioni degli
ultimi eventi sismici, per giungere, finalmente, a un quadro normativo chiaro, certo e snello per affrontare le
future ricostruzioni in un clima di fiducia tra tutti i soggetto coinvolti, elemento questo essenziale per ri-costruire
e ri-nascere velocemente.
La proposta del Presidente di ADSI è indirizzata, oltre che al Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo,
Dario Franceschini, in particolare a Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento Casa Italia chiamato a coordinare
le ricostruzioni e pianificare quelle che verranno, e al Commissario Giovanni Legnini.
«L’esperienza maturata nei diversi momenti di emergenza – ricorda di Thiene – ci ha insegnato che, senza una
normativa quadro per la ricostruzione, ogni volta si riparte sempre dall’inizio e ogni volta con organizzazioni,
procedure, moduli diversi che spesso non tengono conto delle esperienze passate. Architetti, ingegneri, restauratori,
periti, ma anche gli stessi funzionari pubblici, devono applicarsi con grande dispendio di tempo, e quindi anche
risorse economiche, per studiare e interpretare le nuove norme. Definire procedure pianificate e collaudate prima
della prossima emergenza, in modo specifico anche per il patrimonio culturale, così diffuso su tutto il territorio ma
anche così peculiare e difficilmente gestibile con le norme generali, consentirebbe di incidere significativamente su
questi aspetti Altrimenti il rischio, se non proprio la realtà, è che il recupero, la ricostruzione, il restauro del
nostro patrimonio storico e culturale non vengano correttamente finanziati, non per cattiva volontà, ma per
inadeguatezza degli strumenti a disposizione. Continuando su questa strada, la valorizzazione di questo tanto
invocato patrimonio storico-culturale – che si dice sempre, a ragione, ci contraddistingue nel mondo e costituisce
una risorsa per il Paese – continuerà a esserci sempre e solo a parole».
L’appello del Presidente di Thiene parte anche da un dato preciso: le dimore storiche private, in Italia, rappresentano
circa il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico soggetto a vincolo, un vero polo di attrazione e un
volano economico per i territori, spesso piccoli centri, nei quali si trovano. Sono immobili che, come definito dalla
nostra Costituzione e ribadito anche da una delle ultime ordinanze per la gestione della ricostruzione post terremoto
del 2016, hanno una valenza architettonica e storico-artistica che ne determina un “interesse pubblico” da
preservare.
«In occasione dell’anniversario del tragico terremoto de L’Aquila, mentre ricordiamo le troppe vittime e i successivi
sforzi e impegni delle Soprintendenze nella difficile ricostruzione, vorremmo lanciare questo messaggio alle
Istituzioni, per provare a non dover rincorrere le prossime emergenze, ma farci trovare più consapevoli e pronti»
conclude di Thiene. «Come Associazione Dimore Storiche Italiane siamo disponibili a collaborare per portare la
nostra esperienza e contribuire a migliorare le azioni e le norme per il futuro, come sempre nell’interesse generale».
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