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I RISCHI DELLE ADOZIONI DI COPPIE DELLO STESSO SESSO

Spunti di riflessioni del professore ordinario di Genetica Medica Giandomenico Palka

PESCARA - La riproduzione sessuata comparve sul nostro Pianeta circa 150 milioni di anni fa. Da quel momento nel mondo dei mammiferi, i nuovi esseri viventi, tra cui l’uomo, derivano dall’unione di due gameti differenti, uno maschile e uno femminile. La natura quindi ha stabilito che l’organizzazione familiare fosse costituita da un maschio e una femmina, cui possono aggiungersi gli eventuali figli. Oggi l’istituzione familiare e lo stesso sesso, maschile e femminile, sono messi in discussione. Infatti si ritiene che il sesso sia una sensazione individuale e che quindi possa essere cambiato soggettivamente in accordo a quanto percepito, senza tener conto del sesso genetico, già definito al momento del concepimento e che non può essere modificato. L’uomo può solo correggere chirurgicamente o con terapie ormonali i difetti dello sviluppo sessuale. Si stanno affacciando all’orizzonte nuove forme di unione, che chiedono la loro legittimazione sociale e il diritto all’adozione. Sui diritti sociali si può anche essere d’accordo ma sull’adozione io ho alcune perplessità perché i nuovi assetti familiari possono destabilizzare l’organizzazione sociale naturale, causando danni che, come sempre, colpiscono le persone più deboli, che in questo contesto sono i bambini, perché si troveranno a crescere in famiglie non istituzionali.
Proviamo a vedere se la Scienza può darci una mano a chiarire meglio i nuovi scenari che potrebbero derivare da questi cambiamenti e in particolare quali rischi i bambini potrebbero correre.
I gameti sono cellule molto particolari che hanno numerose caratteristiche tra cui quella che gli Inglesi chiamano “ Genomic Imprinting”. I geni vengono ereditati a coppie, uno dal padre e uno dalla madre, e cooperano nello sviluppo armonico del nascituro. Ci sono però un centinaio di geni materni e paterni che sono marcati in modo differente, attraverso meccanismi molto sofisticati, in maniera tale che delle due copie ne funzioni una sola, o la copia materna o quella paterna.
Ogni gamete ha imparato a riconoscere la copia che deve essere disattivata. Questa particolarità, che non esiste negli animali che si autoriproducono, si è determinata negli esseri che si riproducono sessualmente per evitare la autofecondazione. L’imprinting può essere modificato dall’ambiente inteso come insieme di elementi dentro cui l’essere vive, si sviluppa e si riproduce. Così in caso di gravidanza, i geni paterni imprintati funzionano di più di quelli materni per compensare il forte influsso della madre sul feto, che si sviluppa dentro l’utero. Questo consente di mantenere l’equilibrio funzionale dei geni materni e paterni in maniera che si verifichi un armonico sviluppo del feto. Dopo la nascita l’ambiente cambia e si arricchisce di nuovi elementi tra cui la figura paterna. Questa nuova configurazione porta ad un riequilibrio nell’espressione dei geni materni e paterni, essenziale per lo sviluppo armonico del neonato poiché i geni imprintati sono essenziali per lo sviluppo corporeo, intellettivo e comportamentale.
Diventa allora spontanea la domanda se lo sviluppo armonico del bambino possa alterarsi perché l’ambiente in cui vive e si sviluppa è diverso da quello tradizionale naturale. Conosciamo numerose patologie da alterato imprinting, molte delle quali si determinano per cambiamenti genetici e ambientali. Tra questi ultimi non possiamo escludere il crescere e vivere in ambienti familiari particolari. Viene spontaneo chiedersi se sia auspicabile che un bambino cresca in un ambiente familiare in cui, non per fenomeni accidentali, ma per un preciso programma sociale, il partner sia uno solo ovvero due, ma appartenenti allo stesso sesso.
Io sono molto preoccupato riguardo alle adozioni delle coppie di fatto perché la natura non l prevede e perché si potrebbero determinare cambiamenti sociali molto pericolosi, che tra l’altro verrebbero a coinvolgere i bambini. Tuttavia mi rendo conto che vivo in una società in rapida trasformazione in cui potrebbero verificarsi cambiamenti anche epocali, che non possono essere ignorati. Così sono convinto che due persone dello stesso sesso, soprattutto se donne e con legame forte, possono essere in grado di crescere in modo adeguato bambini sfortunati che vivono in famiglie violente e in orfanotrofi. E’ chiaro però che il problema deve essere studiato in profondità e con grande serietà perché non coinvolge giocattoli ma esseri umani indifesi.
Giandomenico Palka
Prof. Ordinario di Genetica Medica


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