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I VACCINI ANTI CORONAVIRUS: COSA SONO E COME FUNZIONANO

Il prof. Giandomenico Palka fornisce chiarimenti e invita i cittadini a vaccinarsi

PESCARA - I vaccini anti Coronavirus possono essere raggruppati in 3 classi : vaccino a RNA, vaccino a DNA e vaccino proteico. In Europa abbiamo scelto il vaccino a RNA che è ritenuto il più efficace. Questo vaccino viene prodotto da numerose ditte. Quelli più consigliati sono i vaccini prodotti da Pfiter-BioNTech e Moderna. Il vaccino a RNA utilizza il filamento di RNA messaggero (mRNA). Pertanto non viene introdotto dentro la cellula il virus ma solo la sua informazione genetica e quindi non c’è alcun pericolo di malattia. E’ stato possibile realizzare questo vaccino grazie al sequenziamento del genoma del Coronavirus da parte degli scienziati cinesi. Infatti conoscendo la sequenza dell’RNA del Coronavirus, è stato possibile in laboratorio costruire filamenti di mRNA mediante le moderne tecniche molecolari. Il genoma di ogni essere vivente è formato da gruppi di lettere, di diversa lunghezza, che noi chiamiamo geni, che hanno il compito di produrre mRNA che nel citoplasma delle cellule vengono poi tradotti in proteine. Queste a loro volta passano nel circolo sanguigno raggiungendo le strutture dove svolgono la loro funzione. Nel caso del Coronavirus, l’uomo conoscendo il suo genoma, ha potuto costruire in laboratorio un mRNA che contiene l’informazione di una delle 4 proteine Spike che formano l’involucro del Coronavirus. Si ricorda che la proteina Spike favorisce l’ancoraggio del Covid alla membrana plasmatica della cellula umana. I filamenti di mRNA vengono posti dentro vescicole di lipidi (grassi) che sono capaci di passare la membrana plasmatica delle cellule. Dentro i contenitori lipidici vengono poste altre sostanze come goccioline di acqua, metalli e altre sostanze chimiche come i fosfati, i cloruri, il sodio. Quando questi piccoli contenitori raggiungono il citoplasma vengono aperti da enzimi presenti nella cellula e così i filamenti di mRNA vengono liberati e portati sui ribosomi dove vengono tradotti in molecole di proteina Spike. Queste passando nel torrente sanguigno vengono riconosciute dalle nostre guardie (linfociti T e B) che si accorgono della estraneità di questa proteina e si attivano immediatamente producendo anticorpi specifici contro la proteina Spike che così viene distrutta. I Linfociti B inoltre, conservano la memoria di questa proteina, nel caso in cui la persona viene a contatto nuovamente con il Coronavirus, risponderà immediatamente, impedendo così una nuova infezione. Si ritiene che l’immunità conferita da questo vaccino sia di 9-12 mesi e l’efficacia del 95% . Il vaccino viene consigliato a tutte le persone che abbiano compiuto almeno 16 anni e somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni l’uno dall’altro mediante puntura intramuscolare. L’efficacia viene raggiunta una settimana dopo la seconda iniezione.
Non si sa se i vaccinati possono infettarsi in modo asintomatico e contagiare altre persone. Questo è una delle ragioni per cui tutti i cittadini dovrebbero vaccinarsi. I rischi dovrebbero essere quelli che si osservano nelle altre vaccinazioni e cioè dolore e gonfiore nel punto della puntura, febbre, mal di testa, dolori muscolari, affaticamento, brividi. Tuttavia il follow up è ancora troppo breve e così anche il numero dei vaccinati per poter stabilire con esattezza quali siano gli effetti collaterali. Riguardo alle controindicazioni io credo che ad ogni persona verrà consegnata una scheda prima della vaccinazione nella quale ciascuno scriverà se è affetto da allergia o da altre patologie. Il medico che leggerà la scheda, stabilirà se il soggetto può essere vaccinato oppure no.
Prof. Giandomenico Palka
Già Ordinario di Genetica Medica Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara


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