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CHE COSA SONO I VACCINI A DNA?

I chiarimenti forniti dal prof. Giandomenico Palka, già Ordinario di Genetica Medica Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara

PESCARA - I vaccini di ultima generazione a mRNA e a DNA sono preparati con le moderne tecniche molecolari. Entrambe si realizzano attraverso l’introdurre dentro un organismo di uno o più pezzetti di RNA o di DNA di un agente patogeno (Coronavirus). Una volta dentro le cellule questo materiale genetico si attiverà e produrrà proteine estranee all’organismo. Si scatena così una reazione immunologica che porta alla loro distruzione e alla immunizzazione dell’organismo. Del vaccino a mRNA abbiamo già parlato (il Centro 6/01/21), in questo articolo invece parliamo del vaccino a DNA. E’ opportuno dire subito che nel mondo numerose ditte stanno sperimentando vaccini a DNA, soprattutto contro il virus HIV e contro le cellule cancerose, ma al momento nessun vaccino a DNA è stato approvato dagli organi preposti per essere usato sugli esseri umani, eccetto il vaccino russo Sputnik , messo a punto nell’Istituto di ricerca Gamaleya e approvato dal Governo russo. Il vaccino a DNA viene preparato da DNA di un agente patogeno che viene introdotto dentro le cellule mediante un vettore. II DNA dell’agente patogeno, essendo esiguo, non è capace di determinare una malattia nell’ organismo che lo riceve. I vettori più usati sono il plasmide e l’adenovirus. Il plasmide consiste in un piccolo anellino di DNA che si trova in molti ceppi batterici. Dentro il plasmide vengono introdotti uno o più pezzetti di DNA di un agente patogeno. Il plasmide viene poi iniettato mediante puntura nel muscolo o nella cute. Penetrando dentro le cellule il plasmide si attiva e comincia a produrre filamenti di mRNA che verranno tradotti in proteine dell’agente patogeno. Queste poi passando nel torrente sanguigno incontrano i linfociti che le distruggeranno, ritenendole estranee. Il plasmide potendo trasportare più geni può essere un vettore preferito agli altri che incorporano un solo gene perché garantisce una immunità più ampia ed efficiente. Questo dato diventa molto rilevante quando l’agente patogeno è mutevole (virus HIV, virus dell’Influenza, Coronavirus) e produce diversi ceppi contro cui un vaccino deve reagire.
Il vaccino Sputnik utilizza invece come vettore un adenovirus che non replica e quindi non è pericoloso per l’organismo che lo riceve. nel DNA dell’adenovirus viene inserito un gene di un agente patogeno (Coronavirus). Il gene produrrà una proteina estranea, che verrà distrutta dai linfociti. I ricercatori russi per ottenere una risposta immunitaria ottimale utilizzano due vettori adenovirali diversi che sono iniettati mediante due punture, la seconda delle quali 21 giorni dopo la prima. La massima immunità si raggiunge 42 giorni dopo la prima iniezione. Il vaccino Sputnik è stato sperimentato su 40 mila volontari ed ha mostrato una efficacia maggiore del 95% senza eventi avversi gravi e con una immunità che si ritiene possa durare fino a 2 anni.
Giandomenico Palka


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