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APERTO IL MUSEO DELL'OTTOCENTO

Questa mattina l’inaugurazione con il Ministro Garavaglia e Sgarbi

PESCARA - Un patrimonio straordinario di arte e di cultura che da oggi impreziosisce e promuove l’immagine internazionale della città di Pescara. Il Museo dell’Ottocento realizza il sogno visionario di Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta, che con l’omonima Fondazione hanno voluto creare un luogo che fosse attrattivo per gli appassionati di pittura di ogni provenienza, lì nella bellissima sede dell’ex Banca d’Italia sul viale intitolato al Vate d’Italia Gabriele d’Annunzio. Alla presentazione ufficiale del Museo dell’Ottocento, nella sala consiliare del Comune, sono intervenuti questa mattina il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il professor Vittorio Sgarbi, il sindaco di Pescara Carlo Masci, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, e, naturalmente, Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta. Ha introdotto e moderato l’incontro Stefano Papetti. In un passaggio del suo intervento – rivolgendosi a Di Persio e a sua moglie, Vittorio Sgarbi ha parlato di : Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha dichiarato: . Subito dopo ha avuto luogo il trasferimento presso la sede del Museo per l’inaugurazione ufficiale e per la visita alle sale che ospitato le opere e che ha visto nelle vesti di guida lo stesso Sgarbi.
Il primo cittadino di Pescara, Carlo Masci, ha affermato: Ripartiamo dal fascino dell’Ottocento per contrassegnare la nuova stagione pescarese del XXI secolo, con una prospettiva nazionale e internazionale che è in piena sintonia con l’innata vocazione di questa città. La collezione Di Persio è un gioiello prezioso e unico di cui sapremo essere gelosi custodi ed entusiasti divulgatori>.
Per anni Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta hanno cullato l’idea di creare un sito che ospitasse i grandi interpreti della scuola napoletana e di quella di Barbizon, ma non solo. Nelle 15 sale della pinacoteca pescarese, disposte su tre piani, il visitatore viene accompagnato nella storia artistica dell’Ottocento, partendo dal Vedutismo napoletano fino ai resti archeologici di Pompei ed Ercolano, portati alla luce dagli scavi che tanto attrassero artisti e intellettuali europei che animarono il Grand Tour, Napoli e la costiera amalfitana. Tra le tele in mostra (260) c'è quello che può essere definito il primo amore della coppia di mecenati, acquistata nel 1987 a Roma in un’asta da Christie's: è il ''Ritratto di Mrs. Fry'', dipinto nel 1907 dal pittore romano, napoletano d'adozione, Antonio Mancini, nel suo secondo periodo inglese. Quel quadro ha segnato l' inizio del lungo amore della coppia di mecenati per l'autore, che potremmo definire il “campione” del Museo, visto che sono ben 17 le sue opere presenti e ospitate in una sala monografica a lui dedicata. Ma è un susseguirsi di grandi autori, da Giacinto Gigante a Teodoro Duclère, l' olandese Anton Smink van Pitloo, il suo allievo napoletano Salvatore Fergola, Domenico Morelli, Saverio Altamura, Francesco Paolo Michetti, Vincenzo Irolli, Gaetano Esposito, Giuseppe Casciaro, Edoardo Dalbono, Vincenzo Caprile.
Un'altra sala monografica è dedicata a Michele Cammarano, che occupa un posto di rilievo nel panorama dell'arte napoletana di quel secolo d'oro. E ancora gli italiani che soggiornarono a Parigi, come Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giuseppe Palizzi, Federico Rossano. Di grande rilievo i due paesaggi di Gustave Courbet, e poi i tre olii di Théodore Rousseau, i paesaggi di Narcisse Virgilio Díaz de la Peña, i dipinti Charles-François Daubigny, antesignano di Monet e Van Gogh, di Jules Dupré e di Paul Huet. La chiusura è affidata alla pittrice Rosa Bonheur, femminista che lottò per una vita per vedersi riconosciuto il suo spazio nella scena artistica.
Tornando al programma della giornata, alle 17 presso l’Aurum, con l’introduzione di Stefano Papetti, la Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi sui temi della collezione del Museo dell’Ottocento.


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