PESCARA - Rocky non c’è più. Il suo corpo è stato ritrovato il 12 ottobre, colpito a morte da un fucile da caccia, nel terreno di famiglia a Cumiana (TO), a pochi metri dalla pista ciclabile che percorreva ogni giorno. Aveva dieci anni, era amato da tutti, e non si allontanava mai da casa. La sua morte è una ferita aperta per chi lo ha accudito con amore: il suo anziano proprietario, 91 anni, e Antonio Celestino, il runner che lo aveva accolto come un figlio e con cui avrebbe vissuto questo inverno.
Rocky era scomparso il 7 ottobre, dopo l’ora di pranzo. Nei giorni della sua assenza, era in corso una battuta al cinghiale in un area distante dalla zona in cui il cane viveva, dove la caccia è vietata. La scoperta del corpo il 12 ottobre, colpito in pieno petto dal colpo di un fucile da caccia, ha confermato la brutale uccisione. Ad oggi, nonostante il numero limitato di cacciatori registrati, il responsabile non è stato identificato.
LEAL ha sporto denuncia e chiede con forza che venga fatta luce su quanto accaduto. “Non possiamo accettare che un animale innocente venga ucciso impunemente. Rocky era un essere senziente, parte di una famiglia. La sua morte non può restare senza conseguenze”, dichiara Gianmarco Prampolini, Presidente dell’associazione.
Antonio Celestino, distrutto dal dolore, si unisce all’appello: “Da più di 10 anni Rocky correva accanto a me, leggero e felice, con la purezza di chi ama senza chiedere nulla in cambio. Ora corre altrove, strappato alla vita dall’ingiustizia e dalla crudeltà umana. Chiedo giustizia per lui perché il suo sacrificio non sia dimenticato, ma diventi forza per difendere chi non ha voce.”
LEAL invita le autorità competenti a intensificare i controlli e a garantire il rispetto delle zone di divieto.
“Rocky – continua Prampolini – aveva un diritto di vivere. Era un compagno di vita per due persone. È stato colpito a morte anche il loro legame affettivo. La caccia è una barbarie inaccettabile, ma Rocky è stato ucciso in un’area interdetta alla caccia, vicino a una pista ciclabile. È un crimine di cui è doveroso rintracciare il responsabile”.
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