CHIETI - Sabato primo novembre appuntamento con 'La tavola dei morti, la tavola dei vivi e il percorso misterico'
in Contrada Villa Reale, Chieti.
Che cos’è?
Un’esperienza tra memoria, rito e cammino: visita alla tavola dei morti e itinerario misterico tra luoghi-simbolo e racconti della tradizione abruzzese (lupi mannari, mazzamurille, credenze e leggende).
A cura di Associazione e Compagnia Tradizioni Teatine — Ricerca antropologica del Prof. Francesco Stoppa, in collaborazione con l’Associazione Camminando Insieme di Chieti e con l’Associazione Protezione Civile N.O.T. (Nucleo Operativo Teate).
Punto di ritrovo Sede Associazione Protezione Civile N.O.T. — Via dei Frentani, 393 (Chieti). Responsabile: Antonio Mancini.
Il programma:
VISITA — “La tavola dei morti” (circa 1h)
Presso la sede N.O.T. (Via dei Frentani, 393).
Introduzione ai cibi di magro e ai segni domestici legati al culto dei defunti.
ITINERARIO MISTERICO — “Storie di lupi mannari e mazzamurille”
Percorso a piedi con partenza dalla sede N.O.T. e tappe a: Villa Obbletter, Crocefisso, Chiesa di Santa Maria de Cryptis, Fonte de lu Trocche, Incrocio dei Maligni, Croce del Tedesco.
Racconti, toponimi e memorie popolari come chiavi di lettura del paesaggio.
Nella vigilia del 2 novembre, ai più piccoli si spiegava che i defunti sarebbero tornati alla mensa domestica (la tavelǝ dǝ li murtǝ) per un pranzo sacro fatto di pietanze prelibate e simboliche: pasta acquistata (lǝ maccarùnǝ) condita con fondo di pollo o anatra, baccalà o sardelle infarinate e fritte, formaggio di pecora, ortaggi conservati, piatti di zucca (Chǝcocc’e ppatanǝ), frittelle (nu vaccìlǝ de rǝvòtǝchǝ) in olio nuovo. In tavola un cesto propiziatorio con melograni (mǝrǝcanàtǝ), cachi, noci e mandorle (nucǝ e’mmànǝlǝ), carrube (sciuscèllǝ), fichi secchi (carracìnǝ), e una caraffa di vino nuovo o “acquata” nel boccale di San Rocco (lu vǝcàlǝ grossǝ dǝ Sand Rocchǝ) coperto da un tovagliolo (‘na mandricchièllǝ). Due candele restavano accese tutta la notte. Il giorno seguente si consumava devotamente quanto rimasto, a suggello del legame tra morti e vivi e come invito a vivere la vita con pienezza e serenità.
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